Il progetto Rilotus è un progetto sperimentale di economia circolare la cui prima fase si è svolta lo scorso mese di agosto con la raccolta di alcuni campioni di fior di loto, da destinare all’essicazione e alla successiva estrazione di principi attivi finalizzati all’uso cosmetico.
L’idea progettuale pensata dal Parco del Mincio, si è concretizzata dopo un percorso avviato lo scorso anno, con un sondaggio dei possibili attori economici da coinvolgere nella filiera.
L’indagine ha individuato tra le più concrete e possibili forme di riutilizzo del fior di loto, quella dell’ambito cosmetico, con il coinvolgimento di un’azienda leader del settore. La fase di sperimentazione è stata possibile grazie al finanziamento ottenuto dalla Fondazione Banca Agricola Mantovana.
Durante il lavoro di ricerca e di studio di fattibilità dell’idea progettuale, il Parco del Mincio è stato affiancato dal partner Econsulting-SostenAbility, sia nello sviluppo progettuale che nel reperimento delle imprese private interessate a testare il possibile utilizzo della massa vegetale seguendo il modello dell’economia circolare.
Anche S. Lucia è stata coinvolta come partner progettuale, con il ruolo operativo di garantire la fase di selezione, raccolta, confezionamento e conferimento all’essicatoio dei fiori di loto. In questa prima fase sperimentale, grazie anche alla collaborazione della società Canottieri Mincio che ha messo a disposizione una sua imbarcazione, sono stati raccolti 300 fiori.
“I fiori di loto sono presenti nel lago Superiore da 100 anni e sono diventati un’icona di bellezza per Mantova, risorsa di attrazione turistica e così continuerà ad essere.
Ogni anno il Parco investe migliaia di euro per effettuare sfalci mirati a ridurne l’estensione – spiega il Presidente del Parco Maurizio Pellizzer – ma la gran massa vegetale che in ogni caso si forma, a fine stagione si deposita sul fondo del lago accumulando così ogni anno una grande quantità di carico organico.
Se la sperimentazione avrà successo si potrà proseguire nella ricerca di ulteriori partner interessati al riutilizzo delle fibre presenti nei fusti e nelle grandi foglie, recuperando così la biomassa e ottenere due risultati in uno: tenere sotto controllo lo sviluppo delle formazioni e riutilizzare una risorsa naturale”.
“Il Lago Superiore e le Valli pagano un tributo elevato causato dalle attività antropiche del presente e del passato – spiega il Direttore Cinzia De Simone – l’eccessiva presenza di nutrienti alimenta un costante aumento di macrofite (fiori di loto e Ludwigia grandilflora) e per questo Rilotus si pone come una sperimentazione di grande interesse per il Parco”.